Il programma europeo di “transizione verde” sembra non volersi fermare e coinvolgerà gradualmente anche le PMI non quotate, o attraverso i rapporti con aziende quotate all’interno della catena del valore, o nel dialogo con gli istituti di credito.
Ma di cosa stiamo parlando, nel concreto?
La sigla ESG sta per Environmental, Social e Governance e indica tutti gli aspetti legati agli impatti ambientali, sociali e alla qualità della governance che ogni impresa dovrebbe valutare nella propria organizzazione: data la vastità dei temi che ricomprende, viene spesso percepita come nebulosa dalle PMI, o comunque distante dalle esigenze e dalle problematiche di tutti i giorni.
La spinta normativa, tuttavia, è aumentata notevolmente con l’obiettivo di sensibilizzare il mondo dell’industria sui temi di sostenibilità e di buon governo. A livello europeo, nell’ambito del Green Deal, due pacchetti normativi sono risultati di maggior impatto per le imprese, il Regolamento sulla tassonomia europea1 e la Direttiva sulla rendicontazione di sostenibilità2: la prima classifica le attività economiche secondo 6 criteri di sostenibilità ambientale in ottica di promulgazione degli investimenti “green”, la seconda definisce le regole di reportistica ESG (i.e., di redazione del bilancio di sostenibilità) a livello europeo.
Al fine di facilitare le piccole e medie imprese all’interno del complesso quadro normativo, il Ministero del Tesoro (MEF) ha avviato ad inizio 2024 una consultazione pubblica finalizzata al dialogo tra le PMI non quotate e il settore finanziario, in particolare le banche, sulle tematiche ESG. La consultazione, conclusasi ad agosto, scaturirà in un documento metodologico chiamato “Dialogo di sostenibilità tra PMI e Banche” (qui ancora in versione “di consultazione”) che ha gli obiettivi specifici di:
· agevolare lo scambio di informazioni, tenendo conto di criteri di standardizzazione, proporzionalità ed economicità;
· aumentare la consapevolezza delle PMI sulle informazioni di sostenibilità;
· porre le basi per iniziative di formazione dedicate alle PMI in materia di sostenibilità.
Ma perché è stato chiesto alle banche di relazionarsi per prime alle PMI su questi temi?
Gli istituti finanziari europei sono chiamati a rispondere alla normativa sul Terzo Pilastro (i.e., Pillar III), che, in ambito ESG, prevede il calcolo e la pubblicazione di due indicatori fondamentali, il Green Asset Ratio (GAR)3 e il Banking Book Taxonomy Alignment Ratio (BTAR)4: diventa cruciale per le banche dotarsi di strumenti e metodologie per valutare in maniera più accurata possibile le performance delle PMI in materia ESG e aumentare quindi l’esposizione verso le imprese più “virtuose”.
Tramite la metodologia fornita dal MEF, quindi, le banche non solo puntano a raccogliere le informazioni che le PMI sono chiamate a fornire sugli aspetti E, S e G, ma anche a calcolare indicatori quantitativi per l’ottenimento di un “rating ESG”.
E in tutto questo, la PMI cosa ci guadagna?
Un miglior rating ESG potrebbe tradursi, per l’impresa, in un accesso al credito più agevolato, con pratiche più snelle, tempi di istruttoria più rapidi, o, nel migliore dei casi, costi del finanziamento più bassi. Elementi non trascurabili, soprattutto in un periodo di contrazione del credito e di tassi ancora elevati.
In ottica più generale, inoltre, una miglior performance ESG aiuta a migliorare il rischio reputazionale di una PMI, aumentando la possibilità di operare all’interno di catene del valore più competitive.
Certo, tutto questo se l’azienda può disporre di strumenti che rendano il più semplice e immediata possibile la raccolta e rendicontazione delle informazioni, oltre alla capacità di pianificare in maniera accurata gli investimenti futuri.
Technesthai, con il suo prodotto per la pianificazione finanziaria - Dynamic Business Planner (DBP) - ha attivato il modulo ESG con l’obiettivo specifico di facilitare la PMI nella rendicontazione ESG: il modulo incorpora già la possibilità di creare un report di sostenibilità allineato alla metodologia MEF e conforme alla normativa europea, oltre ad attivare piani di investimento specifici per migliorare la performance ESG.
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